Il campo indagato dal Poeta in questa raccolta è vastissimo ed eterogeneo, e va da (per fare un esempio) «un po' di calda cacatura di gallina» a «tutti hanno davanti il sacro calice». Anzi, mi sembra che la chiave stia proprio qui: nel passare da temi esistenziali in senso quotidiano a temi esistenziali in senso filosofico. Cercare il senso della vita porta all'infelicità e alla follia, finisce per essere patologico, e forse quel poco di consolazione l'intellettuale la trova nel pane che lievita, nella «cacatura di gallina», in cose che succedono grazie a persone che non si pongono problemi filosofici, ma semplicemente vivono, sopravvivono. Il senso della vita è nel dettaglio concreto dell'esistenza, o meglio, il dettaglio concreto dell'esistenza ci distrae dalla ricerca esistenziale, che vista in questa prospettiva sembra un'attività da viziati, da metropolitani che hanno perso qualsiasi contatto con la realtà biologica. In questo vedo un legame tra la filosofia di Mandel'štàm e quella di Cechov.